Le cause possono essere di natura biologica e/o psicologica
Cause biologiche
“Mangiare” pur non avendo fame è un’alterazione del meccanismo di controllo da parte dell’ipotalamo. Ci sono delle sentinelle nel cervello che avvertono il corpo quando il livello di zuccheri è troppo basso (diminuzione della glicemia – ipoglicemia) e inducono come risposta il bisogno di cibo e le azioni per procurarselo. Forse alla base dell’obesità, dei disturbi alimentari in generale e in particolare della fame nervosa c’è proprio un mal funzionamento di questi meccanismi.
Cause psicologiche
“Mangiare” pur non avendo fame, essere assaliti da un impulso irrefrenabile, da un atto compulsivo, presi da un raptus e ingozzarsi di qualsiasi cosa, per poi sentirsi in colpa subito dopo.
Si può avere la fame nervosa per noia, se ad esempio non sappiamo cosa fare, per ansia, per tristezza, scarsa autostima, solitudine.
La fame nervosa ci porta a sostituire l’affetto, la sicurezza o la gioia che non abbiamo, con il cibo.
Pensiamo e riflettiamo alle prime fasi di vita, quando la madre offre la poppata al bimbo che piange, anche se la fame non è il vero motivo del pianto, creando nel bambino confusione tra lo stato di fame e lo stato di richiesta di affetto.
Serotonina e il cibo
Come molti sanno, esiste una ben nota e documentata relazione tra serotonina ed assunzione di cibo, così come tra alimentazione ed umore.
Basti pensare al diffuso stato di nervosismo che accompagna i primi giorni di dieta ferrea, o al senso di benessere associato all’assunzione, e ancor prima alla vista e alla percezione dell’aroma, del cioccolato o di altri cibi particolarmente graditi.
La serotonina è un neurotrasmettitore che agisce su diversi sottotipi recettoriali, esibendo in tal modo un ampio ventaglio di funzioni che influenzano un’altrettanto ampia serie di attività organiche. Tra tutte, la serotonina è particolarmente nota per la capacità di promuovere il buon umore e la tranquillità, diminuendo tra l’altro l’assunzione di cibo. In riferimento a quest’ultimo punto, si ritiene che la serotonina:
- determini un’insorgenza precoce del segnale di sazietà
- riduca l’appetibilità del cibo e la quantità totale di alimenti ingeriti
- riduca l’ingestione dei carboidrati ed aumenti l’ingestione delle proteine;
- non incida sull’assunzione dei grassi e sulla frequenza dei pasti
La serotonina sopprime l’assunzione di cibo interagendo soprattutto con un particolare tipo di recettori post-sinaptici, concentrati nell’estremo laterale del nucleo ipotalamico ventro-mediale. La sua azione anoressizzante può essere legata anche alla riduzione della sintesi e della liberazione del neuropeptide Y, che aumenta la ricerca del cibo, in particolare di carboidrati.
Per lo stesso motivo, la concentrazione cerebrale di serotonina può essere modificata con la scelta del cibo; ad esempio, i cibi ricchi di zuccheri semplici e triptofano, come il cioccolato, aumentano i livelli di serotonina. E’ quindi del tutto fisiologico e naturale ricercare cibi ricchi di zuccheri quando l’umore è basso e si è alla ricerca di serenità e tranquillità. Tuttavia, la protratta introduzione di glucidi ad alto indice glicemico crea insulino-resistenza, situazione che predisposizione al diabete di tipo II e più in generale ad un quadro dismetabolico indicato con il nome di sindrome X o metabolica. Fra le varie conseguenze si ha anche un ossessivo bisogno di introdurre zuccheri (carbohydrate craving), dovuto ad un transitorio aumento di serotonina, determinato proprio dall’insulina, che migliora lo stato dell’umore.
Per aumentare i livelli di serotonina con il cibo, senza correre il rischio di ingrassare, è necessario assumere cibi a bassa densità calorica, ricchi di triptofano ma poveri di altri amminoacidi come leucina e fenilalanina. Purtroppo, tale caratteristica è soddisfatta parzialmente soltanto da alcuni frutti, come GARCINIA CAMBOGIA, papaya, banane e datteri.
La Garcinia Cambogia, la serotonina e la depressione: come sono relazionate.
La depressione è una condizione che affligge milioni di persone nel mondo. Si è scoperto che più di un quarto degli adulti hanno un episodio di depressione in alcuni momenti della vita. E secondo le predizioni della Organizzazione Mondiale della Salute, la depressione sarà la seconda causa di invalidità nel 2020. Questo è allarmante, visto che è anche la più grande causa dei suicidi. Gli studi suggeriscono che il livello basso di serotonina nel corpo è una delle cause di questa condizione.
Per questo, alle persone che si trovano in questa condizione, in generale, si prescrivono medicinali antidepressivi che agiscono sui livelli di serotonina, ISRS (inibitori della ricaptazione di serotonina) come IRSN (inibitori della ricaptazione di serotonina e norepinefrina). Ridurre i sintomi della depressione non dipende senza dubbio solo da questi medicinali. Esistono integratori naturali che aiutano a ridurre i sintomi della depressione e uno di questi è la Garcinia Cambogia.
La Garcinia Cambogia è un frutto che contiene alte concentrazioni di acido idrossicitrico o HCA. È stato riscontrato che questo è capace di aumentare i livelli di serotonina nel cervello. E quanto più sono alti i livelli di serotonina nel cervello e meno probabile che una persona sprofondi nella depressione.
Dovuto alla capacità della frutta di aumentare i livelli di serotonina nel corpo, è conosciuto come un integratore naturale. L’ingestione dell’integratore ha dimostrato che può aumentare il livello di energia di una persona e questo ha delle conseguenze importanti.
Una di queste è che una persona non ha da ricorrere ad abbuffate di cibi ricchi in zuccheri e carboidrati per soddisfare la necessità del suo corpo di un impulso di energia – e aiuta anche ad aumentate il livello di serotonina nel corpo. E questo, non importa dirlo, consumo eccessivo di questi alimenti è causa di obesità e malattie relazionate con il cuore.
La depressione ha varie complicanze per la salute e non deve essere mai sottovalutata. Un modo di combatterla è prendere l’integratore di Garcinia Cambogia, che si considera naturale e libero da effetti indesiderati.